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Islanda 2005

 

I viaggi all’estero:

ISLANDA: TERRA DI GHIACCIO E DI FUOCO

testi e foto di Gabriella Motta

Fare birdwatching in Islanda in agosto, può risultare meno produttivo rispetto ad altri periodi dell’anno, ma la magia dell’isola, i paesaggi selvaggi, le cascate potenti, i geiser, il ghiaccio perenne, le falesie, rendono comunque il viaggio indimenticabile.
Abbiamo acquistato un pacchetto “fly and drive” di una settimana, con auto e pernottamenti prenotati. Questi pacchetti sono decisamente costosi, ma ad avere il tempo di organizzare prima il viaggio, c’è modo sicuramente di risparmiare.
Ci sono infatti molti campeggi ben attrezzati ed altre strutture più modeste rispetto a quelle riservate a noi. Il pacchetto da noi acquistato ci ha “obbligato” a fare il periplo dell’isola in sette giorni (1.900 km circa), giro che si fa tranquillamente in questo lasso di tempo.
Per ogni tappa, ci sono dei punti da visitare consigliati, ed essendo un’isola basata su un turismo essenzialmente naturalistico, molte tappe coincidono con le esigenze del birdwatcher. 
Purtroppo una parte degli uccelli marini nidificanti sulle splendide falesie dell’isola, nel mese di agosto, ha già “preso il largo”, e la maggior parte delle anatre è in eclisse.
Le specie presenti, però, sono abbondanti e piuttosto confidenti, e la quantità ripaga ampiamente la carenza di specie.
L’itinerario “obbligato” ci ha portato a percorrere l’isola in senso antiorario, con partenza dalla capitale Reykijavik.
Per questo tipo di itinerario non c’è bisogno di affittare un fuoristrada (noi abbiamo preso il modello base: una Toyota Corolla), che si è comportata bene anche nei tratti di sterrata presenti lungo la strada principale. Il traffico, anche in alta stagione, è veramente ridotto.

 

 

 

   

 

 

 

 

L’unico problema in alcuni casi può essere l’interpretazione dei segnali stradali…

Il tempo è molto variabile, non c’è giorno che non piova e, spesso, se non piove c’è vento!
Anche le temperature sono variabili: se c’è il sole si arriva tranquillamente a 20 °C, ma non appena si rannuvola la temperatura può scendere sotto i 10°C.

 



1 GIORNO: Parco Nazionale di Tingvellir – Geyser – cascate di Seljalandsfoss e Skogarfoss
2 GIORNO: Promontorio di Dyrholaey – Laguna Glaciale Jokulsarlon


3 GIORNO: i Fiordi dell’Est
4 GIORNO: Dettifoss e la gola di Asbyrgi


5 GIORNO: Lago Myvatn
6 GIORNO: scogliere di Hafnaberg

 

 

 

1° e 2° Giorno

 

1° GIORNO

Parco Nazionale di Tingvellir
Geyser
Cascate di Seljalandsfoss e Skogarfo
ss

 
In questo Parco l’acqua non manca!
Le cascate sono maestose, il fragore dell’acqua che precipita è impressionante: qui l’acqua nebulizzata si solleva per poi ricadere impercettibilmente sulle rocce.
Forza incontenibile e delicatezza, racchiuse all’interno di un’unica molecola chiamata acqua.
Acqua che viene espulsa con forza dal sottosuolo, sottoforma di geiser, a Geyser, dal colore blu intenso, trasparente, limpida, ma intoccabile perché resa bollente dal calore della terra.
Ma sono  soprattutto le cascate di Seljalandsfoss e Skogarfoss, lungo la strada principale che ci porta verso Vik, a meravigliarmi ancora di più.
Qui a distanza dal mare di qualche km, sulle pareti verticali dove si sviluppano le cascate, centinaia di FULMARI (Fulmarus glacialis), hanno trovato il luogo adatto dove nidificare.

 

 

2° GIORNO

Promontorio di Dyrholaey

 

 

Si capisce subito perché il promontorio di Dyrholaey viene considerato un santuario per gli uccelli marini. Già la strada sterrata che porta al promontorio ci permette di osservare decine di STERNE CODALUNGA (Sterna paradisea), PISPOLE (Anthus pratensis), CHIURLI PICCOLI (Numenius phaeopus), PIVIERI DORATI (Pluvialis apricaria), STERCORARI MAGGIORI (Stercorarius skua). Ma non appena arriviamo sul promontorio, (in realtà prendiamo una strada che devia a sinistra e che ci permette di vedere il promontorio alla nostra destra), sono le PULCINELLA DI MARE (Fratercula arctica) (foto qui sotto) a rubare a tutti la scena.

 



Con i loro becchi arcobaleno che contrastano con il bianco e nero del piumaggio, con la loro grazia ed agilità, riescono a rapirti per ore, lasciandoti indifferente alle raffiche di vento e alla pioggia. Questi splendidi uccelli possono vedersi già al parcheggio, ma se il mare lo permette, merita fare un salto sulla spiaggia, nera, e guardare tra i basalti, altrettanto scuri. Qui spiccano i FULMARI (Fulmarus glacialis)  (foto sotto), a pochi metri da terra, mentre le isolette e le falesie del promontorio ospitano anche altre specie di uccelli marini, difficilmente identificabili dalle pessime condizioni climatiche (cambiate nel giro di pochi minuti).
 



Sugli scogli che affiorano dal mare, i MUGNAIACCI (Larus marinus), sembrano attendere l’occasione buona per procurarsi un po’ di cibo. Presenti nel Parco anche gli ZAFFERANI (Larus fuscus), i GABBIANI COMUNI (Larus melanocephalus), e le GAVINE (Larus canus)

 

 

Laguna Glaciale Jokulsarlon

 

 

La Laguna Glaciale Jokulsarlon si sviluppa dal ghiacciaio Vatnajokull, il ghiacciaio più grande d’Europa (8.300 kmq).

Le sue immense lingue glaciali si spingono fino a valle, e ci sono diverse sterrate, praticabili anche con macchine non 4x4, che ti portano così vicino, da permetterti di prendere tra le mani piccoli pezzi ghiaccio arenati a riva. 
 

 

In questa laguna poco conosciuta (Breidarlon), nuotano tranquillamente due STROLAGHE MINORI (Gavia stellata), mentre uno STERCORARIO MAGGIORE (Stercorarius skua) (qui sotto) sembra tenere d’occhio la nostra auto!

 

 

Ma è nella zona più turistica che si vedono migliaia di STERNE CODALUNGA (Sterna paradisea), (sotto a sinistra) mentre un gruppetto di EDREDONI (Somateria mollissima) galleggia beatamente nelle gelide acque di fusione del ghiacciaio.
Tra le rocce della riva noto un movimento, guardo meglio e vedo un bellissimo maschietto di ZIGOLO DELLE NEVI (Plectrophenax nivalis), e poi un altro, mentre un po’ più in la c’è uno stupendo PIOVANELLO VIOLETTO (Calidris marittima) (sotto a destra). 
Presenti nel parcheggio le PASSERE OLTREMONTANE (Passer domesticus), non comuni qui in Islanda,  intente a raccogliere le briciole dei turisti.

 

 

 


 

3° e 4° Giorno

 

3° GIORNO

I Fiordi dell’Est



Molto suggestivi, i fiordi dell’est offrono scenari maestosi, fatti di scogliere a picco sul mare, ma anche di coste scoscese che digradano dolcemente fino a lambire le gelide acque. Onde rabbiose dove i promontori si scontrano con l’oceano, quiete, nei punti più interni dei fiordi, silenzio  interrotto solo dal beccheggio delle barche dei pescatori ancorate nei piccoli porti di paese.

Ad avere il tempo, ogni punto per fermarsi a fare birdwatching è buono. Ogni volta che ci siamo fermati a guardare l’oceano, abbiamo visto miglia di puntini in mare, soprattutto EDREDONI (Somateria mollissima) (foto sotto a sinistra), CIGNI SELVATICI (Cygnus cyignus) (foto sotto a destra) e OCHE SELVATICHE (Anser anser).




Sulle spiagge limacciose sono presenti un numero incredibile di limicoli: PITTIME
REALI (Limosa limosa), PIOVANELLI PANCIANERA (Calidris alpina), BECCACCE DI MARE (Haematopus ostralegus), BECCACCINI (Gallinago gallinago), PETTEGOLE (Tringa totanus), CORRIERI GROSSI (Charadrius hiaticula)
, mentre negli specchi d’acqua lungo la strada si possono avvistare facilmente i FALAROPI BECCOSOTTILE (Phalaropus lobatus) ed i CIGNI SELVATICI.
Arrivati a Streitishvarf, abbiamo deciso di fare una deviazione verso l’interno. Qui la strada (la 964) è sterrata, ma facilmente percorribile. Passare un po’ all’interno mi ha permesso di vedere le OCHE ZAMPEROSEE (Anser brachyrhynchus) (foto sotto), gli SMERIGLI (Falco columbarius), i CORVI IMPERIALI (Corvus corax).
Presenti ovunque PIVIERI DORATI e LABBI.

 

4° GIORNO

Dettifoss e la gola di Asbyrgi

Dettifoss è la cascata più potente d’Europa, con un salto di 44 metri e una portata di 212 tonnellate al secondo. Anche se non si fa birdwatching, vale la pena di venire a vedere la potenza che è capace di sprigionare. Con il sole, a contorno di uno spettacolo già di per se unico, arcobaleni, spesso  doppi, accompagnano con grazia la fragorosa ed indomabile caduta dell’acqua.
Alla gola di Asbyrgi, si possono vedere, ben lontani anche qui dal mare, i FULMARI al nido. L’acqua qui, per contrasto all’emozione violenta che suscita la cascata di Dettifoss, è immobile, silenziosa, ed i FISCHIONI (Anas Penelope) vi galleggiano pacifici. Tra i sassi affioranti e levigati dal ghiaccio e dall’acqua, BALLERINE BIANCHE (Motacilla alba) saltellano movendo ritmicamente la coda.

 


 

 

5° e 6° Giorno

 

5° GIORNO

Lago Myvatn



Il lago è interessante non solo per la presenza di anatre e di altri uccelli acquatici, ma anche dal punto di vista geologico e del paesaggio. E’ uno dei laghi più grandi d’Islanda, ricco di isolette e pseudocrateri. L’area che circonda il lago è in parte ricoperta di campi lavici davvero suggestivi. Qui nei corsi d’acqua che si immettono nel lago, si può vedere la MORETTA ARLECCHINO (Histrionicus histrionicus) (foto sotto), spesso insieme alla MORETTA GRIGIA (Aythya marila), al QUATTROCCHI (Bucephala clangula), e al QUATTROCCHI D’ISLANDA (Bucephala islandica).

Nel lago sono presenti anche molte altre anatre: MORETTA CODONA (Clangula hyemalis), CANAPIGLIA (Anas strepera), CODONE (Anas acuta), ALZAVOLA (Anas crecca), FISCHIONI, ma anche gli SVASSI CORNUTI (Podiceps auritus), STROLAGHE MAGGIORI (Gavia immer) e MINORI. Intorno al lago, avvistati due splendidi GIRIFALCHI (Falco rusticolus), un giovane ed un bianchissimo adulto.

 

6° GIORNO

Scogliere di Hafnaberg



Per accedere alle scogliere, bisogna percorrere un paio di km di sentiero tracciato sulla sabbia. Chilometri che, con il vento contro e con la sabbia, diventano un po’ impegnativi…ma vale la pena di andarci, anche in una stagione dove le presenze ornitiche al nido sono rappresentate solo da GABBIANI TRIDATTILI (Rissa tridactyla) (qui sotto).

Le scogliere si trovano a una ventina di km da Keflavik.
Lungo la strada n.425 c’e’ una piccola indicazione che ti permette di individuare il sentiero da percorrere per raggiungere le scogliere.
Il paesaggio è impressionante, non ci sono palizzate, per cui ti trovi a strapiombo sul mare, con i gabbiani che ti osservano dal basso. Non adatto a chi soffre di vertigini!
Oltre ai tridattili, sulle scogliere erano presenti due URIE NERE (Cepphus grylle), mentre la maggior parte delle altre specie, galleggiava, si tuffava, si inseguiva, si puliva, tra i flutti dell’oceano.
URIE NERE, URIE (Uria aalge), SULE (Morus bassanus), PULCINELLA DI MARE, FULMARI, LABBI, MUGNAIACCI, ZAFFERANI, GABBIANI TRIDATTILI, STERCORARI, STERNE CODALUNGA, tutti intenti nello svolgere le loro attività quotidiane. Su una roccia, mentre io faticavo a tenere in piedi il cavalletto, un PISPOLA (Anthus pratensis) (foto sotto), mi osservava placida, totalmente immune alle sferzate del vento.

 


 

Immagini